Bordi delle vasche
I bordi delle vasche, detti anche briglie, servivano un tempo per il trasporto della torba, ora su alcuni di essi sono presenti i sentieri aperti al pubblico, ecco perché, pur non essendo un habitat specifico offrono al visitatore la possibilità di osservare varie specie vegetali, tipiche delle Torbiere. Tra le erbacee sono presenti l’equiseto (Equisetum sp.), la felce palustre (Thelypteris palustris), l’iris giallo (Limniris pseudacorus), la salcerella (Lythrum salicaria) , la valeriana (Valeriana officinalis), la linaria (Linaria vulgaris). Molto diffusi lungo le sponde sono gli arbusti tra cui il falso indaco (Amorpha fruticosa), invasivo, di origine americana, che ha sostituito in larga parte il nostrano salice cinerino (Salix cinerea) e il Rovo (Rubus). Tra gli arbusti spesso si possono notare alcuni rampicanti: il caprifoglio, qui presente sia nella forma nostrana (Lonicera caprifolium) sia nella forma esotica (Lonicera japonica), il luppolo (Humulus lupulus) o la graziosa e meno frequente dulcamara (Solanum dulcamara). È possibile, inoltre, osservare associazioni vegetali molto pregiate che in altri punti della Riserva creano veri e propri habitat tipici delle zone umide, come il cladieto e il cariceto.
Il Cladieto
La specie dominante, da cui prende il nome è il falasco (Cladium mariscus), un’erba alta e tagliente, osservabile facilmente sul sentiero che porta alla Torretta di avvistamento. Si tratta di una specie talmente rara che è citata nel testo che sancisce la protezione della Riserva e attualmente è oggetto di ripristino dell’habitat con piantumazioni di nuove piantine certificate.
Il Cariceto
Sempre lungo i camminamenti della Riserva sono presenti dei bei ciuffi di Carex acutiformis che si distingue dalla normale “erba” da prato perché la base da cui partono le foglie, lunghe e strette, è triangolare. Bisogna però fare attenzione perché, come tutte le erbe di palude, soffre molto il calpestio, quindi è buona norma mantenersi sempre al centro dei sentieri, senza pestare la vegetazione sui bordi, per evitarne la scomparsa a favore delle comuni specie dei prati. Il cariceto resiste ai bordi dei canneti ma spesso ne viene sopraffatto.